Venerdì Santo

18.04.2014 10:42

Tutto è compiuto (Gv 18,1- 19,42)

"Per le sue piaghe siamo stati guariti". I profeti descrivono la figura del Servo del Signore mentre attua la sua missione di liberare il popolo oppresso dai peccati. E' come un agnello innocente, carico dei delitti della sua gente, che si lascia condurre in silenzio al macello. Proprio dalla sua morte, liberamente accettata, sgorga la liberazione "per i molti". Cristo crocifisso è il vero agnello immolato, con il suo sacrificio offerto una volta per tutte rende la suprema testimonianza al mondo dell'infinito amore del Padre che vuole ricreare proprio per il sangue versato dal Figlio suo la nuove ed eterna alleanza. Una morte per la vita. E' una passione gloriosa quella di Cristo: l'apparente sconfitta si rivolge in una prodigiosa vittoria sulla morte e sul peccato, diventa la fonte della vera vita. Gesù stesso l'aveva predetto: "Quando sarò innalzato sulla Croce, attirerò tutti a me". La chiesa orante invoca Cristo crocifisso per tutte le necessità del mondo, prega particolarmente per l'unità dei cristiani perché la croce, ancora una volta svela la drammaticità delle divisioni. "Si divisero la mie vesti, sulla mia tunica gettarono la sorte". "Guarderanno a colui che hanno trafitto ". Il rifiuto di un popolo riassume le ostilità, l'incredulità, l'avversione dell'uomo di ogni tempo nei confronti della verità, della giustizia, dei valori sacri ed inviolabili dati da Dio. Il gesto dell'adorazione della croce diventa l'umile riconoscimento delle proprie colpe e l'esplicita affermazione nella fede che Cristo per la sua croce ci ha redenti, il riconoscimento della sua regalità e l'impegno a vivere nell'obbedienza a Dio. Solo così la nostra adorazione porterà frutti salutari di conversione. .

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